venerdì 28 febbraio 2020

L'OCCHIO DEL LUPO E LO SGUARDO SUL TERRITORIO-SCUOLA (4^PARTE)


Lascio alle parole scritte dai bambini, per presentare il loro lavoro agli studenti dell'università, e alla foto del loro manifesto, la chiusura di questo lungo racconto.


PRESENTAZIONE DEL MANIFESTO VERBO-VISUALE della classe 4B

NOI SIAMO LA CLASSE 4B DELLA SCUOLA PRIMARIA DI …............ DEL COMUNE DI …............, E QUESTO CHE VEDETE E’ IL RISULTATO DI UN MESE DI LAVORO, DI UN PERCORSO CHE ABBIAMO INTITOLATO “L’OCCHIO DEL LUPO E LO SGUARDO SUL TERRITORIO-SCUOLA”.
OGNI ANNO UN LIBRO FA DA SFONDO AL PERCORSO EDUCATIVO-DIDATTICO DELLA NOSTRA CLASSE: QUEST’ANNO ABBIAMO SCELTO “L’OCCHIO DEL LUPO” DI DANIEL PENNAC.
NELLA PRIMA PARTE DEL PERCORSO DI QUEST’ANNO, CHE SI INTITOLA “L’INCONTRO”, ABBIAMO INCONTRATO VOI STUDENTI DEL MASTER E, PER PREPARARE IL NOSTRO MANIFESTO, TANTE ALTRE PERSONE E IL TERRITORIO STESSO.
NOI BAMBINI ABBIAMO LAVORATO SUDDIVISI IN TRE GRUPPI ED IN MODO AUTONOMO FACENDO DELLE RICERCHE, INTERVISTE, PER ARRIVARE AD ELABORARE LA NOSTRA MAPPA VERBO-VISUALE.

GRUPPO TERRITORIO
NOI DEL GRUPPO “TERRITORIO” ABBIAMO CAPITO CHE, A SEGUITO DELLA BONIFICA, LA POPOLAZIONE DEL TERRITORIO DI …................... ARRIVO’ A CIRCA 21 MILA ABITANTI.
MA POI, A CAUSA DELL’ESTRAZIONE DEL METANO, E DEL FALLIMENTO DELLA RIFORMA AGRARIA, LA POPOLAZIONE DIMINUI’ DEL 50%, ED OGGI SIAMO MENO DI 10 MILA ABITANTI.
PER QUESTO, COME VEDETE, IL TERRITORIO E’ PIENO DI SCUOLE “FANTASMA”, CIOE’ ORMAI CHIUSE, E QUELLE APERTE SONO ORMAI CONCENTRATE IN QUATTRO PAESI-POLI (seguono i nomi delle quattro frazioni)

GRUPPO ATTORI
NOI DEL GRUPPO “ATTORI”, ABBIAMO CAPITO CHE ESISTONO DUE TERRITORI SOVRAPPOSTI: IL TERRITORIO-SCUOLA E IL TERRITORIO-COMUNE.
GLI ATTOTI DI QUESTI TERRITORI HANNO RESPONSABILITA’ DIVERSE: LA SCUOLA EDUCA ED INSEGNA E IL COMUNE SOSTIENE LA SCUOLA.

GRUPPO RELAZIONI
NOI DEL GRUPPO “RELAZIONI” ABBIAMO CAPITO LE RELAZIONI TRA ATTORI, E TRA ATTORI E TERRITORIO.
IL COMUNE ASSICURA IL TRASPORTO DEGLI ALUNNI CON UNA RETE CAPILLARE COPERTA DA 9 PULMINI.
QUESTO, PERO’, NON ASSICURA LA RELAZIONE TRA LE SCUOLE E LA BUROCRAZIA IMPEDISCE ALLE SCUOLE DI ESSERE AUTONOME E DI VIVERE IL TERRITORIO.
CONCLUSIONI
LO SGUARDO DELL’OCCHIO DEL LUPO CI HA INSEGNATO CHE IL TERRITORIO E’ CONOSCENZA, CHE GLI ATTORI NE HANNO LA RESPONSABILITA’ E CHE LE RELAZIONI SI COSTRUISCONO QUANDO SI E’ CONSAPEVOLI.
PERCIO’ IL NOSTRO MANIFESTO E’ QUESTO:
CON LO SGUARDO DELL’OCCHIO DEL LUPO SI FANNO SCELTE RESPONSABILI E CONSAPEVOLI E LA CONOSCENZA VIAGGIA TRA I FIUMI.

Manifesto verbo-visuale pubblicato all'interno dell'albo illustrato "PO DELTA, ACTORS, TERRITORIES AND DEVELOPMENT STRATEGIES" a cura di Marina Bertoncin, Daria Quatrida, Sara Luchetta, Giada Peterle -illustrato da Marina Girardi - Ed. Becco Giallo 2019



E' stata un'esperienza indimenticabile, unica, che ha dato molto più di quello che immaginavo, in termini didattici ma anche educativi. E il territorio, per l'ennesima volta, si è dimostrato un educatore innovativo senza pari.


L'OCCHIO DEL LUPO E LO SGUARDO SUL TERRITORIO-SCUOLA (3^ PARTE)


Arrivata alla terza parte del racconto di questo percorso, che si è svolto per una classe 4^ nell' a.s.2017/2018, sintetizzo brevemente i due post precedenti per riannodare il discorso.

Mentre stavamo concludendo il percorso di costruzione del territorio-classe, avevamo accettato la proposta della professoressa Marina Bertoncin, del Dipartimento di Geografia dell'Università di Padova, a partecipare come attori territoriali al laboratorio residenziale che organizza nel Delta del Po da più di vent'anni anni, quell'anno proposto agli studenti della Laurea Magistrale in Sustainable Territorial Development (Ste-De) e in Local Development (LD). Il titolo era "ACTORS, TERRITORIAL STRATEGIES AND LOCAL DEVELOPMENT IN THE PO DELTA (VENETO REGION): THE INNER AREAS STRATEGY CASE STUDY” e si sarebbe tenuto il 9-10-11 Novembre, coinvolgendo circa sessanta studenti provenienti da tutto il mondo. 

Si è rivelata un'occasione didattica unica ed esemplare per sperimentare altre sfaccettature di questo mio “fare scuola” a partire dal territorio che viviamo, che ho denominato “didattica del territorio quale educatore innovativo”.

Avevamo deciso che il territorio che avremo analizzato sarebbe stato il territorio-Scuola in relazione al territorio-Comune, e che avremo adottato anche noi, come i nostri “colleghi” universitari, il metodo della mappa verbo-visuale per creare una visione organica dei dati raccolti. Essa si prefigurava come uno strumento:

  • altamente inclusivo per la sua facilità di comprensione, esposizione e presentazione
  • utile alla creazione di connessioni concettuali
  • efficace per la messa in campo di diverse abilità e competenze
Il percorso, in modo direttamente proporzionale alla comprensibilità della mappa verbo-visuale, si presentava, invece, molto complesso ed articolato da un punto di vista metodologico, organizzativo e dei tempi che erano abbastanza stretti.

Così la contingenza didattica mi ha portato a costruire un nuovo strumento, il timetable del percorso. Era utile in primo luogo a me, ma si è dimostrato fondamentale per gli alunni che, individualmente o in gruppo, potevano consultarlo per visualizzare, come in una mappa, “dove si era”, per ricordare procedure, per rispettare i tempi. Esso si è dimostrato molto funzionale e da quel momento l'ho poi adottato per tutti gli altri percorsi che ho progettato.

Un timetable così strutturato, potrebbe sembrare molto rigido, ma in realtà è aperto e flessibile. E' come un canovaccio in mano agli attori di un territorio che si va costruendo perché, anche la conoscenza è, a suo modo, un territorio che sottostà alla dimensione del tempo e dello spazio, uno spazio e un tempo che chiedono un ordine dettato dagli obiettivi della progettualità stessa che costruisce il territorio.

Il timetable, consegnato a ciascun alunno, era questo:

"L’OCCHIO DEL LUPO: L’INCONTRO E LO SGUARDO SUL 

TERRITORIO SCUOLA" (10 ottobre – 11 novembre 2017)


Competenze chiave
  1. Comunicazione nella madrelingua
  2. Comunicazione nelle lingue straniere
  3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia
  4. Competenza digitale
  5. Imparare ad imparare
  6. Competenze sociali e civiche
  7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità
  8. Consapevolezza ed espressione culturale
Discipline coinvolte Italiano, inglese, geografia, storia, matematica, tecnologia, arte
Compito autentico Costruire una mappa verbo-visuale di gruppo sull'aspetto assegnato e un manifesto verbo-visuale di sintesi del territorio-Scuola

TIMETABLE



OTTOBRE
NOVEMBRE
LU

16
/
30

6
MA
10 fase 1
17
24
31

7
ME
11
18
25

/
8 fase 6
GI
12 fase 2
19
26 fase 3

2 fase 4
9 tavolo UniPd
VE
13
20
27

3 fase 5
10

11plenaria UniPd

FASI DEL PERCORSO
Fase 1
Imparare lo sguardo”

  • Presentazione e spiegazione del presente timetable di lavoro
  • Lezione frontale su documenti storici e geografici appositamente preparati, (vedi schede n°1 e 2) per dare alcune informazioni comuni sui due territori che impareremo a leggere: l'Istituto comprensivo di …........... e il Comune di …........... che coincidono da un punto di vista fisico
  • Lezione frontale per spiegare i tre concetti essenziali della lettura territoriale: territorio, attori, relazioni (vedi la scheda n°3 intitolata “La lettura territoriale” )
  • Suggerire e concordare le modalità e le strategie di lavoro
  • Presentare lo strumento della mappa verbo-visuale (già sperimentata per rappresentare il libro “L’occhio del lupo” di Daniel Pennac) e del manifesto verbo-visuale, lavorando sul significato di “manifesto” e sul suo campo semantico
  • Costituire i gruppi di lavoro per la fase 2: gruppo TERRITORIO, gruppo ATTORI, gruppo RELAZIONI. Ciascun gruppo nomina un coordinatore, un responsabile del tempo e un responsabile dei materiali comuni
Fase 2
Fare appunti verbo-visuali”

  • Ciascun gruppo lavora per acquisire degli appunti verbo-visuali sulla tematica assegnata: rileggete nella scheda “La lettura territoriale” quali sono gli elementi dell'aspetto che dovete indagare; decidete come procedere; assegnate i compiti; predisponete questionari se prevedete interviste ed organizzate le eventuali uscite a piedi (municipio, segreteria scuole, ecc.).
  • Scrivete man mano le conoscenze che acquisite sotto forma di appunti, disegni, grafici diagrammi, rappresentazioni, mappe, ecc.
Fase 3
Fare mappe verbo-visuali”

  • Ciascun gruppo traduce e sintetizza la propria ricerca e lettura territoriale sistemando i propri appunti in una mappa verbo-visuale
  • Traduzione dei brevi testi e/o delle didascalie e/o dei fumetti che andranno inseriti nella vostra mappa verbo-visuale in lingua inglese con l'aiuto di alcuni genitori
Fase 4
Gli sguardi”: agorà di condivisione

  • In gruppo classe, presentazione e condivisione delle mappe dei tre gruppi
  • Condivisione di alcune conclusioni che saranno scritte/rappresentate nel manifesto verbo-visuale di sintesi che sarà elaborato da un gruppo di lavoro di 5 alunni
  • Elezione dei 5 bambini che costruiranno il manifesto-sintesi condiviso dalla classe “L'OCCHIO DEL LUPO: L’INCONTRO E LO SGUARDO SUL TERRITORIO SCUOLA ” da portare alla plenaria dell'11/11 con gli studenti dell'università alla quale parteciperà l'intera classe
  • Elezione di due portavoce per il tavolo “educazione” di giovedì 9/11 al laboratorio dell'università che affiancheranno la Preside e l'insegnante di classe, come rappresentanti della Scuola
Fase 5
Fare sintesi” (gruppo 5 alunni eletti)

  • Costruzione del manifesto verbo-visuale collettivo da parte del gruppo partendo dalle decisioni assunte in plenaria nella fase 4
  • I rimanenti alunni lavoreranno sulla rielaborazione dell’esperienza attraverso la costruzione di un report di gruppo
Fase 6
Condividere lo sguardo”

  • Presentazione alla classe del manifesto collettivo elaborato da parte del gruppo di lavoro (8/11)
  • Presentazione agli studenti dell'università del manifesto collettivo elaborato da parte di tutta la classe (11/11)
  • Produzione individuale di un testo che racconta l'esperienza del Seminario di sabato 11 
  • Condivisione dei testi prodotti che costituiscono la restituzione e la valutazione sul percorso dell'L'OCCHIO DEL LUPO E LO SGUARDO SUL TERRITORIO SCUOLA 

Appunti verbo-visuali del GRUPPO ATTORI

Lavoro di traduzione dei testi con l'aiuto di alcuni genitori

Costruzione della mappa verbo-visuale del GRUPPO RELAZIONI


Costruzione della mappa verbo-visuale del GRUPPO ATTORI


Il percorso laboratoriale, seguito da me e dall'insegnante di sostegno, come si desume dal timetable, ha ruotato attorno a quattro cardini:
  • consapevolezza totale degli alunni su tutti gli aspetti del percorso, i tempi e l'organizzazione, che era per buona parte in carico alla loro responsabilità
  • transdisciplinarità come inteso da Jean Piaget: “ci auguriamo di vedere in futuro lo sviluppo delle relazioni interdisciplinari verso uno stadio superiore che potrebbe essere indicato come “transdisciplinare”, che non dovrà essere limitato a riconoscere le interazioni o le reciprocità attraverso le ricerche specializzate, ma che dovrà individuare quei collegamenti all’interno di un sistema totale senza confini stabili tra le discipline stesse”. Infatti, il metodo-strumento della mappa verbo-visuale applicata alla “didattica del territorio quale educatore innovativo”, prevede un lavoro che integra diversi linguaggi, abilità e competenze, in modo creativo. Implica anche un utilizzo esteso dei tempi disciplinari assorbendo, come si deduce dal calendario sopra, tutto il tempo delle discipline assegnatemi (italiano, storia, geografia, arte, laboratori previsti dal tempo pieno, pari a 19 ore settimanali) perché la logica è, appunto, una visione “senza confini” tra le discipline.
  • apprendimento cooperativo che ha permesso a ciascun alunno di dare il proprio contributo, in base alle proprie capacità e predisposizioni personali. Tutti hanno avuto la sensazione di essere “importanti”, di comprendere, di scegliere, di condividere. Il lavoro così predisposto, si è rivelato infatti, altamente inclusivo, rispettoso cioè delle varie intelligenze e linguaggi di ciascun bambino. Si è sperimentato un lavoro di conoscenza a diverse scale; individuale-gruppo-classe.
  • motivazione, quella che ha costituito tutti i diversi momenti a partire dal lancio del lavoro, il lavoro dei gruppi, in un crescendo sfociato nell'emozionante incontro con gli studenti durante la restituzione plenaria aperta anche agli attori locali.

martedì 18 febbraio 2020

L'OCCHIO DEL LUPO E LO SGUARDO SUL TERRITORIO-SCUOLA (2^PARTE)


L'esperienza mi ha insegnato che i migliori percorsi educativi, le migliori attività didattiche sono quelle che si offrono a noi quasi come un dono inaspettato, come la cosa giusta al momento giusto.
Che è poi la stessa sensazione che si prova anche con i libri: quello che ci è utile ci aspetta, di solito, in bella mostra sugli scaffali di una libreria mentre noi gli passiamo distrattamente davanti e ci chiama.

Ed è successo proprio così per il percorso sperimentato in cl. 4^ “L'occhio del lupo e sguardo sul territorio-scuola”, che ritengo esemplare del mio “fare scuola” che ho denominato “didattica del territorio quale educatore innovativo”.

Proprio mentre stavamo per terminare il percorso di costruzione del territorio-classe (vedi il post: L'OCCHIO DEL LUPO E LO SGUARDO SUL TERRITORIO-SCUOLA, 1^PARTE), ho ricevuto l'invito annuale della prof.ssa Marina Bertoncin a seguire il laboratorio residenziale che organizza nel Delta del Po da più di vent'anni anni con il Dipartimento di Geografia dell'Università di Padova, quell'anno proposto agli studenti della Laurea Magistrale in Sustainable Territorial Development (Ste-De) e in Local Development (LD). Il titolo era "ACTORS, TERRITORIAL STRATEGIES AND LOCAL DEVELOPMENT IN THE PO DELTA (VENETO REGION): THE INNER AREAS STRATEGY CASE STUDY” e si sarebbe tenuto il 9-10-11 Novembre, coinvolgendo circa sessanta studenti provenienti da tutto il mondo.
Questa dimensione mondiale mi ha rimandata immediatamente a “L'occhio del lupo” di Daniel Pennac, il libro-filo conduttore dell'anno scolastico che si chiude con il capitolo intitolato l'Altro-Mondo. 
Questa esperienza poteva essere per noi un “Altro-Mondo”? Poteva essere un'occasione didattica fondamentale, quale infatti si è rivelata?
Così la classe è stata invitata a partecipare al laboratorio come attore territoriale e a condividere l'esito del percorso che avremo sviluppato. 
Alla fine del laboratorio gli studenti universitari avrebbero prodotto una mappa-verbo visuale e un albo illustrato


Albo illustrato a cura di Marina Girardi


restituiti graficamente dagli illustratori Marina Girardi e Rocco Lombardi che avrebbe raccontato la loro esperienza accademica.

E anche noi, come loro, ci saremo cimentati nello sperimentare lo strumento della mappa verbo-visuale per condividere con gli studenti dell'università il nostro lavoro di lettura territoriale.

Si presentavano tre problemi:
  • Quale caso territoriale avremo trattato? Quello dei “colleghi” universitari era troppo complesso le cinque settimane che avevamo di tempo insufficienti
  • Non conoscevamo lo strumento del manifesto verbo-visuale, dovevamo farne esperienza prima di produrre quello che avremo portato al seminario
  • La lingua del laboratorio residenziale era l'inglese e il manifesto doveva essere tradotto
Anche le soluzioni sono arrivate molto velocemente da me e dai bambini, senza bisogno di pensarci: avremo trattato il territorio-scuola, quello che, in fine dei conti, andavamo a rappresentare come attori al seminario; avremo imparato cos'è una mappa verbo-visuale dalla stessa illustratrice Marina Girardi e dal suo magnifico albo “Capriole”;


                                              https://www.topipittori.it/it/catalogo/capriole


e avremo fatto un esperimento costruendo una mappa della storia de “L'occhio del lupo”; per la traduzione ci avrebbero aiutato i genitori che avevano conoscenza della lingua inglese.
Così il primo passo è stato la lettura integrale del libro "L'occhio del lupo" di Daniel Pennac ed un lavoro linguistico collegato da cui sono stati tratti gli elementi per costruire la mappa (tempo, luogo, personaggi, fatti) sul modello di quelle presenti nell'albo “Capriole”.
La motivazione era scattata insieme al desiderio di iniziare il percorso.
Il territorio-scuola ci attendeva.

martedì 4 febbraio 2020

L'OCCHIO DEL LUPO E LO SGUARDO SUL TERRITORIO-SCUOLA (1^PARTE)


A settembre, quando si inizia un altro anno scolastico, si ha la sensazione di un nuovo inizio perché il gruppo classe che abbiamo lasciato a giugno sembra cambiato, e forse lo siamo anche noi.
Con questo post avvio il racconto del percorso sperimentato in cl. 4^, di cui ho fatto qualche accenno nei giorni scorsi, e che iniziava appunto, mettendo al centro la classe-territorio.

Esso è esemplificativo di questa mia didattica che ho denominato “didattica del territorio quale educatore innovativo” che, come si vedrà, si differenzia dalla didattica del territorio in virtù del sostantivo “educatore” che in questa prospettiva caratterizza il territorio. (vedi post- “UN EQUIPAGGIAMENTO MOLTEPLICE TRA ACQUE E TERRE, MA PIU' SPESSO FANGO”)


Come è richiamato con forza nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo “lo studente è posto al centro dell'azione educativa in tutti i suoi aspetti (…). Particolare cura è necessario dedicare alla formazione della classe come gruppo” (p. 9), la classe come territorio quindi che, secondo la lezione territorialista di Magnaghi, esige di essere ascoltata, conosciuta, rispettata e curata affinché i progetti siano sostenibili.

Giunti in classe quarta, avevamo alle spalle tre anni in cui i bambini avevano vissuto occasioni, dentro e fuori la scuola, in cui diventare ricercatori attivi di soluzioni divergenti e innovative, divertendosi e appassionandosi.
Avevano letto libri ogni mattina per 20 minuti con una lettura individuale e silenziosa, solo per il piacere di leggere ma, nel contempo, acquisendo un'ottima capacità di letto-scrittura.

Avevano lavorato all'interno di percorsi interdisciplinari di italiano, storia, geografia ed arte a partire dagli albi illustrati, affinando le capacità fondamentali per riuscire ad affrontare i compiti autentici che avrei progettato per loro negli ultimi due anni: capacità di ascolto, di riflessione, di comprensione, di metaforizzare, di individuare e comprendere simboli, di compiere associazioni e analogie e, soprattutto la capacità di parlare, esprimendo idee, sentimenti e sviluppando il pensiero complesso. In definitiva, si era formata una comunità di lettura, dialogo e apprendimento cooperativo e di ricerca.

In fine, avevano imparato ad ascoltare l'intuizione, cioè la capacità di accostare elementi tratti da settori distanti tra loro, e l'ispirazione che giunge dopo aver accumulato nozioni, idee e visioni.

Per quell'anno, il progetto educativo-didattico che costituiva il quarto capitolo del progetto quinquennale “Sei come sei”, si è intitolato “I CARE: L'OCCHIO DEL LUPO” e il libro-filo conduttore è stato, appunto, “L'occhio del lupo” di Daniel Pennac. 


                            https://www.salani.it/libri/locchio-del-lupo-9788893810746

L’incontro/scontro iniziale tra il ragazzo e il lupo, si risolverà in un intenso scambio di “sguardi” su se stessi e il mondo, come nell’ I CARE motto della scuola di Barbiana di don Milani. Perché quando ci interessiamo, abbiamo a cuore l’altro e il mondo, e stiamo andando verso la fioritura autentica del nostro seme, il compimento dell’umano che può realizzarsi solo nella relazione.
L'anno scolastico è stato diviso in quattro fasi corrispondenti ai quattro capitoli del libro, e la prima fase, intitolata “L'incontro”, si apriva con l'uda: I CARE LA CLASSE CHE VOGLIAMO

Il compito autentico dell’uda prevedeva di realizzare un progetto partecipato di riorganizzazione dello spazio-aula e della comunità-classe partendo da valori condivisi 



                                            http://www.babalibri.it/catalogo/libro/pezzettino

Il primo albo illustrato è stato PEZZETTINO di Leo Lionni, Babalibri. Il sentirsi “a pezzettini” un po' ci risuonava: quale immagini preferisco e perché? Quale frase o parola? Abbiamo discusso a lungo, alcuni si sono anche commossi perché la potenza metaforica di immagini-parole di questo albo, aveva richiamato qualche “pezzettino” non ancora composto dentro di sé.
Ciascuno, alla fine, ha disegnato e colorato, in modo creativo e personale, il proprio nome su un cartoncino 20x10cm, secondo lo stile dell’artista Alighiero Boetti.
Successivamente i bambini hanno composto un'opera d’arte collettiva costituita da quelle individuali, lasciando al centro lo spazio per l'ultimo tassello che avrebbero scoperto l'indomani.



Il giorno dopo è stata la volta dell’albo illustrato IL MAESTRO di Fabrizio Silei e Simone Massi, ed. Orecchio Acerbo. 

Anche qui si è molto discusso e, improvvisamente, è come se l'esperienza scolastica e le relazioni avessero preso corpo nella consapevolezza di cos'era la scuola del “sei come sei” che stavamo costruendo insieme.
Ed è stato a quel punto, nell'emozione generale, che dal libro ho tratto fuori la copia a colori dell'autentica targhetta del motto della scuola di Barbiana “I CARE” (mi sta a cuore). 
I bambini l'hanno sistemata al centro dell’opera d’arte collettiva che ora aveva un cuore.


A quel punto ho spiegato la consegna che i gruppi avrebbero svolto per comprendere profondamente i tre concetti pilastro del compito autentico dell'uda: valori, spazio e comunità.

Per il concetto “VALORI”, ho consegnato una scheda intitolata “LA PAROLA FA EGUALI”, contenente otto motti di don Milani che ho suddiviso tra i tre gruppi, dando l'incarico di analizzarli per trovare i valori trattati ed arrivare, tramite discussione, a sceglierne solo tre.
Alla fine c'è stata la condivisione dei tre valori-parole chiave individuati dai tavoli per scegliere i tre che la nostra comunità-classe riteneva più importanti.
Per analizzare i concetti "SPAZIO" e "COMUNITA' ", nella lezione successiva abbiamo visto il film, ESSERE E AVERE di Nicolas Philibert, (https://www.youtube.com/watch?v=lCGQkBMZbeU) a cui è seguita una discussione davvero stimolante.
I gruppi, questa volta, dovevano mettere a confronto la SCUOLA DI BARBIANA e LA SCUOLA DI SAINT-ÉTIENNE-SUR-USSON, rispetto agli indicatori: spazio, attività, organizzazione e relazioni, concordando, infine, un simbolo e un motto per ciascuna delle due scuole-comunità. In questo modo si sono scelte quali erano i tipi di spazi, attività, organizzazione e relazioni che la nostra comunità voleva vivere.

Il territorio-classe era stato progettato in modo partecipato, condividendone i valori, l'organizzazione, le relazioni e gli spazi. 
Ora si poteva partire con il nuovo anno scolastico.