Arrivata
alla terza parte del racconto di questo percorso, che si è svolto
per una classe 4^ nell' a.s.2017/2018, sintetizzo brevemente i due
post precedenti per riannodare il discorso.
Mentre
stavamo concludendo il percorso di costruzione del territorio-classe,
avevamo accettato la proposta della professoressa Marina Bertoncin,
del Dipartimento di Geografia dell'Università di Padova, a
partecipare come attori territoriali al laboratorio
residenziale che organizza nel Delta del Po da più di vent'anni
anni, quell'anno proposto agli studenti della Laurea Magistrale in
Sustainable Territorial Development (Ste-De) e in Local Development
(LD).
Il titolo era
"ACTORS,
TERRITORIAL STRATEGIES AND LOCAL DEVELOPMENT IN THE PO DELTA (VENETO
REGION): THE INNER AREAS STRATEGY CASE STUDY” e
si sarebbe tenuto
il
9-10-11 Novembre, coinvolgendo circa sessanta studenti provenienti da
tutto il mondo.
Si è rivelata un'occasione didattica unica ed esemplare per sperimentare altre sfaccettature di questo mio “fare scuola” a partire dal territorio che viviamo, che ho denominato “didattica del territorio quale educatore innovativo”.
Avevamo deciso che il territorio che avremo analizzato sarebbe stato il territorio-Scuola in relazione al territorio-Comune, e che avremo adottato anche noi, come i nostri “colleghi” universitari, il metodo della mappa verbo-visuale per creare una visione organica dei dati raccolti. Essa si prefigurava come uno strumento:
- altamente inclusivo per la sua facilità di comprensione, esposizione e presentazione
- utile alla creazione di connessioni concettuali
- efficace per la messa in campo di diverse abilità e competenze
Il
percorso, in modo direttamente proporzionale alla comprensibilità
della mappa verbo-visuale, si presentava, invece, molto complesso ed
articolato da un punto di vista metodologico, organizzativo e dei
tempi che erano abbastanza stretti.
Così la contingenza didattica mi ha portato a costruire un nuovo strumento, il timetable del percorso. Era utile in primo luogo a me, ma si è dimostrato fondamentale per gli alunni che, individualmente o in gruppo, potevano consultarlo per visualizzare, come in una mappa, “dove si era”, per ricordare procedure, per rispettare i tempi. Esso si è dimostrato molto funzionale e da quel momento l'ho poi adottato per tutti gli altri percorsi che ho progettato.
Un timetable così strutturato, potrebbe sembrare molto rigido, ma in realtà è aperto e flessibile. E' come un canovaccio in mano agli attori di un territorio che si va costruendo perché, anche la conoscenza è, a suo modo, un territorio che sottostà alla dimensione del tempo e dello spazio, uno spazio e un tempo che chiedono un ordine dettato dagli obiettivi della progettualità stessa che costruisce il territorio.
Il
timetable, consegnato a ciascun alunno, era questo:
"L’OCCHIO DEL LUPO: L’INCONTRO E LO SGUARDO SUL
TERRITORIO SCUOLA" (10 ottobre – 11 novembre 2017)
Competenze chiave |
|
Discipline coinvolte | Italiano, inglese, geografia, storia, matematica, tecnologia, arte |
Compito autentico | Costruire una mappa verbo-visuale di gruppo sull'aspetto assegnato e un manifesto verbo-visuale di sintesi del territorio-Scuola |
TIMETABLE
OTTOBRE
|
NOVEMBRE
|
|||||
LU
|
16
|
/
|
30
|
6
|
||
MA
|
10 fase
1
|
17
|
24
|
31
|
7
|
|
ME
|
11
|
18
|
25
|
/
|
8 fase
6
|
|
GI
|
12
fase 2
|
19
|
26 fase
3
|
2 fase
4
|
9 tavolo
UniPd
|
|
VE
|
13
|
20
|
27
|
3 fase
5
|
10
|
|
11plenaria
UniPd
|
FASI
DEL PERCORSO
Fase
1
|
“Imparare
lo sguardo”
|
|
|
Fase
2
|
“Fare
appunti verbo-visuali”
|
|
|
Fase
3
|
“Fare
mappe verbo-visuali”
|
|
|
Fase
4
|
“Gli sguardi”: agorà di condivisione |
|
|
Fase
5
|
“Fare
sintesi” (gruppo 5 alunni eletti)
|
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Fase
6
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“Condividere lo sguardo”
|
|
Appunti verbo-visuali del GRUPPO ATTORI |
Lavoro di traduzione dei testi con l'aiuto di alcuni genitori |
Costruzione della mappa verbo-visuale del GRUPPO RELAZIONI |
Costruzione della mappa verbo-visuale del GRUPPO ATTORI |
Il percorso laboratoriale, seguito da me e dall'insegnante di sostegno, come si desume dal timetable, ha ruotato attorno a quattro cardini:
- consapevolezza totale degli alunni su tutti gli aspetti del percorso, i tempi e l'organizzazione, che era per buona parte in carico alla loro responsabilità
- transdisciplinarità come inteso da Jean Piaget: “ci auguriamo di vedere in futuro lo sviluppo delle relazioni interdisciplinari verso uno stadio superiore che potrebbe essere indicato come “transdisciplinare”, che non dovrà essere limitato a riconoscere le interazioni o le reciprocità attraverso le ricerche specializzate, ma che dovrà individuare quei collegamenti all’interno di un sistema totale senza confini stabili tra le discipline stesse”. Infatti, il metodo-strumento della mappa verbo-visuale applicata alla “didattica del territorio quale educatore innovativo”, prevede un lavoro che integra diversi linguaggi, abilità e competenze, in modo creativo. Implica anche un utilizzo esteso dei tempi disciplinari assorbendo, come si deduce dal calendario sopra, tutto il tempo delle discipline assegnatemi (italiano, storia, geografia, arte, laboratori previsti dal tempo pieno, pari a 19 ore settimanali) perché la logica è, appunto, una visione “senza confini” tra le discipline.
- apprendimento cooperativo che ha permesso a ciascun alunno di dare il proprio contributo, in base alle proprie capacità e predisposizioni personali. Tutti hanno avuto la sensazione di essere “importanti”, di comprendere, di scegliere, di condividere. Il lavoro così predisposto, si è rivelato infatti, altamente inclusivo, rispettoso cioè delle varie intelligenze e linguaggi di ciascun bambino. Si è sperimentato un lavoro di conoscenza a diverse scale; individuale-gruppo-classe.
- motivazione, quella che ha costituito tutti i diversi momenti a partire dal lancio del lavoro, il lavoro dei gruppi, in un crescendo sfociato nell'emozionante incontro con gli studenti durante la restituzione plenaria aperta anche agli attori locali.