mercoledì 4 marzo 2020

ALBERI CHE CAMMINANO (3^parte)


Una delle letture-incontro di questa estate è stata questo libro consigliatomi da un artista che gira-mondo che è stato più volte in Giappone.





Questo libro mi ha portato la storia del santuario Ise di cui scrivo un estratto.
Il santuario Ise è considerato il più sacro fra i santuari scintoisti del Giappone, dedicato alla dea del sole Amaterasu dalla quale, secondo la leggenda, discende la famiglia imperiale.
E' immerso in una fitta foresta di 55 chilometri quadrati e la bellezza e la serenità del luogo sono fonte d'ispirazione, esempio contemporaneo della relazione uomo-natura.
L'aspetto singolare è che ogni venti anni gli edifici del complesso vengono smantellati e ricostruiti con legname fresco in un punto diverso, pur rimanendo identici. Questa tradizione si perpetua da 1200 anni.
Molti sono i calcoli preliminari e i preparativi: la coltivazione dei cipressi giapponesi utilizzati che devono essere piantati con anticipo affinché siano pronti al momento giusto per il taglio; alcuni di essi, che dovranno essere di dimensioni particolari, richiedono due secoli di crescita; la formazione e il mantenimento di falegnami specializzati, visto che non viene utilizzato nemmeno un chiodo; un'organizzazione di seicento persone, tra monaci ed esterni che lavorano in totale armonia.
E' evidente che il santuario Ise non avrebbe mai potuto resistere per così tanto tempo in assenza di un meccanismo regolatore interno garantito.
Questo è un modello altamente sostenibile ed innovativo e la chiave di tutto è l'armonia.
La sostenibilità è un'arte di vivere che richiede ingegno ed abilità.
L'uomo è come una foresta fatta di tanti individui singoli interconnessi ed interdipendenti”: cosa serve per conservare questa foresta?
Serve un progetto educativo che guarda lontano, e la storia della tradizione legata all'applicazione dell'Ikigai al santuario Ise, è una metafora calzante di come dovrebbe essere.

Il paesaggio educativo”, come è definito dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo, è costituito da questi tre elementi in relazione: la PERSONA, la CLASSE come gruppo e il TERRITORIO (famiglia, territorio locale, mondo) secondo una logica multiscalare tipica dell'approccio territorialista a cui mi rifaccio nella mia didattica del territorio quale educatore innovativo”.


Inoltre, le Indicazioni spiegano che, “la scuola è luogo in cui il presente è elaborato nell'intreccio tra passato e futuro, tra memoria e progetto”. Per questo è fondamentale “ricostruire insieme agli studenti le coordinate spazio-temporali necessarie per comprendere la loro collocazione rispetto ai tempi assai più ampi della geografia e della storia umana, così come rispetto agli spazi e ai tempi ancora più ampi della natura e del cosmo”.





Tutto questo è condensato nel concetto di TERRITORIO, secondo la definizione che ne dà Alberto Magnaghi (in “Il progetto locale”, Bollati Boringhieri – 2000 – p. 9 e 16):


Il territorio è un'opera d'arte: forse la più alta e corale che l'umanità abbia espresso (…) è prodotto attraverso un dialogo, una relazione fra entità viventi, l'uomo stesso e la natura, nel tempo lungo della storia. (…) è generato da un atto d'amore (inclusi gli atteggiamenti estremi della sottomissione e del dominio), seguito dalla cura della crescita dell'altro da sé.
Il territorio nasce dalla fecondazione della natura da parte della cultura (…) ha carattere, personalità, identità, percepibili nei segni del paesaggio.(...) è prodotto storico dei processi di coevoluzione di lunga durata fra insediamento umano e ambiente, natura e cultura e, quindi, come esito della trasformazione dell'ambiente a opera di successivi e stratificati cicli di civilizzazione”.

Ecco, quindi, definita anche la mappa della “didattica del territorio quale educatore innovativo” che sostiene il progetto educativo-didattico “Alberi che camminano”.





Ogni anno scolastico, per sviluppare un aspetto del cammino del percorso territoriale quinquennale ALBERI CHE CAMMINANO



il progetto ruoterà attorno ad un ALBO ILLUSTRATO che sarà lo sfondo metaforico su cui costruire il percorso educativo-didattico di quell'anno scolastico.


In questo primo anno, si svilupperà il tema della “COSTRUZIONE DEL TERRITORIO IO-SCUOLA”, e il titolo del percorso prende il nome dal libro di Cristina Valentini, CHISSADOVE (ed. Zoolibri).


Quando nascono i figli, quando incontriamo per la prima volta i nostri alunni di classe prima, è naturale chiedersi: quale destino avranno? Chissà che cosa faranno da grandi? Saranno felici?
«In mezzo alla collina c’era un albero ricco di piccoli semi che crescevano silenziosi e impazienti di diventare alberi e poter un giorno parlare», quest’albero-papà-mamma-maestra è un ciliegio dal cuore tenero e la memoria corta, perché, sebbene probabilmente siano anni che lascia i suoi piccoli semi partire, ancora adesso è un po’ preoccupato e si domanda “chissadove!” andranno.
Così quando un semino perde il soffio del vento e rimane attaccato al ramo, l'albero pensa che sarà bello avere compagnia ancora «solo per un giorno». Poi un giorno la vita interviene con le sue sorprese: «di ramo in ramo, di foglia in foglia, alla ricerca di cibo saltava una gazza…». L’albero in quel momento dormiva e il seme «cadde… chissadove». Passarono le stagioni e il seme spuntò dall’altra parte della collina. «L’albero lo riconobbe come il suo piccolo seme e capì improvvisamente dove si trovava chissadove».

Il compito di noi adulti è, quindi, quello di fornire ai bambini gli strumenti perché possano affrontare la vita senza essere travolti, comprendere il mondo, nella certezza che c’è un bene per loro e il vuoto “chissadove” è un luogo bello e necessario, è il luogo della piena realizzazione della propria ghianda.

L'anno scolastico è stato quindi suddiviso in tre parti-temi:
  1. IL SEME
In mezzo alla collina c'era un albero ricco di piccoli semi che crescevano silenziosi e impazienti di diventare alberi per poter un giorno parlare”
Ascoltare se stessi
  • sviluppare e sperimentare il proprio potenziale
  • conquistare l’indipendenza e l’autonomia
  • imparare a fronteggiare crisi
  • imparare a risolvere problemi
  • comprendere i propri sentimenti
  • vedere il valore della propria unicità
  1. L’ALBERO
L'albero aveva paura che il piccolo seme partisse e si perdesse chissadove”
Ascoltare l’altro
  • accogliere ciascuno nella sua diversità
  • comprendere ed accettare i diversi punti di vista
  • valorizzare le differenze
  • imparare a collaborare
  1. CHISSADOVE
L'albero lo riconobbe come
il suo piccolo seme e capì improvvisamente dove
si trovava chissadove”
Ascoltare il mondo che ci circonda
  • imparare a vivere l'ambiente scuola
  • analizzare le esperienze personali, del gruppo e dei territori che si abitano
  • essere consapevoli dei cambiamenti che avvengono nel tempo e nello spazio (cultura)
  • porre attenzione ed osservare l’ambiente che ci circonda (natura)

E' arrivato il primo giorno di scuola e abbiamo accolto i nostri bambini donandogli un sacchettino che conteneva piccole ghiande.


Iniziava il nuovo cammino, con lo sguardo puntato lontano e le radici ben salde a terra.

Così abbiamo capito cos’è un’opera d’arte:
farsi aiutare dagli amici in un paziente lavoro di squadra.
Pian piano viene fuori quello che di vero c’è sotto,
una mano tesa per aiutare l’altro a cambiare

(don Lorenzo Milani)